Scudi d'Argento

Gli Scudi d'Argento hanno fama di essere mercenari di parola, e non privi di un codice d'onore: se stringi un contratto con loro ti saranno amici e lo rispetteranno alla lettera, rischiando anche la vita per te; ma quando il contratto finisce stai attento, perchè quella notte stessa si venderanno al tuo peggior nemico per tagliarti la gola nel sonno.
Nessuno: gli Scudi d'Argento sono una
compagnia mercenaria.
Guerriero
I mercenari non hanno ranghi formali come le carriere di principato
Descrizione

La storia ci racconta che Sua Eccellenza Solare Alessandro fu aiutato nelle sue conquiste da una valorosa compagnia di mercenari, nota come gli Scudi d'Argento per l'abitudine di riconoscersi sul campo di battaglia dallo scudo, rivestito di una sottile lamina metallica e privo di qualsiasi ornamento. Non ci sono testimonianze certe circa l'apporto che gli Scudi d'Argento fornirono al grande re, ma la tradizione vuole che grazie alla loro eroica resistenza contro forze superiori in numero, venne sventata una sortita notturna dei Leviardi di Dimora, che avrebbe probabilmente spezzato l'assedio prima che Alessandro potesse giungere da nord con l'altra metà del suo esercito.
Nessuno sa che fine fecero quei mercenari dopo la fine del Dominio del Sole, ma il loro ricordo sopravvisse e molte altre compagnie di mercenari nel corso dei Secoli Bui adottarono lo stesso nome. Pare addirittura che nel VI secolo esistessero contemporaneamente nove armate prezzolate che si facevano chiamare Scudi d'Argento e sostenevano di discendere dalla gloriosa compagnia alessandrina.
Con il Dominio di Vesta e il nuovo ordine che ne seguì, la domanda di mercenari diminuì notevolmente: la Compagnia venne sciolta e per molte generazioni quasi se ne perse il ricordo.
Ottant'anni fa Basilio VIII, Principe di Venalia, chiamò a raccolta tutte le spade che il suo oro poteva comprare, riunendo sotto di sé tanto cani sciolti e derelitti di ogni paese quanto piccole ma ben addestrate compagnie. Il Principe abbisognava di un esercito mercenario da offrire ai Gastaldi per ottenere la loro fiducia e alleanza e, come ogni bravo mercante, sapeva quanto fosse impor-tante presentare bene la propria merce. In ricordo dei mercenari che servirono il più grande dei re del passato, Basilio diede il nome di Scudi d'Argento alla nuova compagnia che avrebbe servito i grandi Re del presente. I mercenari lavorarono bene e fedelmente, dapprima per Venalia, quindi per Sua Maestà, infine per chiunque fosse disposto a pagarli. Per manifestare la loro indipendenza, aggiunsero “Libera Compagnia” al proprio nome, e adottarono un motto in ieratico ad imitazione di quelli nobiliari: Ubi libertas, ibi patria.
Dal brumaio del 1248 la Libera Compagnia è tornata al servizio di Venalia, e alloggia in quella stessa fortezza di Candia dove Basilio VIII li rifondò ottant'anni prima. Per alcuni anni si è succeduto un Gran Contratto dopo l'altro, finché nel 1257 gli Scudi d'Argento hanno abbandonato Venalia, vendendo i loro servigi al miglior offerente...
Scudi d'Argento di chiara fama
Novità e Dicerie
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- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano